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L’industria fotovoltaica europea: come raggiungere l’indipendenza energetica?

Supportare l’intera catena del valore in Europa e rivedere i programmi di sostegno europei per attirare finanziamenti da parte degli investitori. Sono alcune delle raccomandazioni recentemente pubblicate dall’European Solar PV Industry Alliance (ESIA), l’alleanza industriale del settore solare lanciata dalla Commissione Europea a fine 2022. 

“Per installare più di 320 GW di impianti fotovoltaici entro il 2025, e 600 GW entro il 2030, l’Europa deve fare affidamento su una catena di fornitura forte e resiliente. L’urgenza di mitigare l’attuale dipendenza da un singolo Paese, in particolare la Cina, è ampiamente riconosciuta in tutto il mondo. Diversi governi stanno infatti sviluppando programmi di finanziamento per favorire la rilocazione della filiera fotovoltaica in Europa”. È quanto si legge nel documento pubblicato dall’ESIA con il contributo di 3SUN, dal titolo “Recommendations on financial mechanisms to fill the cost gap and restore the PV industry in Europe”. Il paper specifica come colmare il divario finanziario tra i produttori di moduli in Unione Europea e i leader del mercato fotovoltaico di altri Paesi, che hanno potuto beneficiare di decenni di ingenti sussidi, per rendere la produzione solare europea più competitiva e realizzare gli obiettivi del Net Zero Industry Act di 30 GW di capacità produttiva annui in Europa entro il 2030. 

L’ESIA suggerisce alcune azioni nel breve periodo per ridurre il gap finanziario. Tra queste, si chiede di sovvenzionare attraverso gli aiuti di Stato non solo l’investimento, ma soprattutto i costi operativi, per una durata sufficiente a rendere attrattivo il progetto di fronte a potenziali investitori; di supportare l’intera catena del valore dalle materie prime al prodotto finito; di estendere i fondi non solo ai progetti innovativi, ma a tutte le tecnologie ad oggi disponibili che possano far crescere velocemente la realizzazione di linee produttive; soprattutto, di premiare i prodotti solari più performanti sulla base di specifici requisiti ambientali  e criteri sociali allineati agli obiettivi europei.

 

Le proposte dell’European Solar Manufacturing Council e di SolarPower Europe

Il paper dell’ESIA segue ad alcuni comunicati diffusi a settembre dalle associazioni europee di settore European Solar Manufacturing Council (ESMC) e SolarPower Europe. Nel merito, l’ ESMC è intervenuta sul tema della produzione di moduli fotovoltaici in Europa e ha evidenziato le attuali criticità per il mercato europeo derivanti dai prezzi eccessivamente bassi dai moduli fotovoltaici venduti in Europa e provenienti dalla Cina.

Facendosi portavoce dei principali player dell’industria manifatturiera solare del Vecchio Continente, l’ESMC ha invitato la Commissione Europea e gli Stati membri a intervenire nell’immediato e ha chiesto: l’ esclusione dal mercato europeo di moduli fotovoltaici prodotti con lavoro forzato; l’acquisto in via emergenziale di moduli prodotti in Europa, ad esempio attraverso l’ Ukraine Facility framework per l’aiuto e la ricostruzione dell’Ucraina e l’inclusione nei progetti rinnovabili solari di una quota di componenti provenienti da siti produttivi europei. “L’industria manifatturiera europea del fotovoltaico ha bisogno di garanzie per quanto riguarda l’aumento della produzione nazionale a partire dal 2026”, e si aggiunge: “Si potrebbe iniziare con un obiettivo del 10%, da incrementare poi ogni anno fino a raggiungere l’obiettivo del 40% nel 2030, come stabilito dal Net-Zero Industry Act (NZIA)”.

Sulla stessa linea, SolarPower Europe ha inviato una lettera alle Istituzioni Europee e pubblicato una dichiarazione del Board dell’associazione per chiedere ulteriori misure volte a salvaguardare la rinascita della produzione  fotovoltaica europea. L’associazione sottolinea che, sebbene il calo dei costi sia una buona notizia per accelerare una transizione energetica economicamente vantaggiosa, dall’altra parte rischia di creare una situazione profondamente precaria per i produttori europei di energia solare fotovoltaica finora incoraggiati da misure legislative di medio e lungo termine e da un ampio sostegno politico. Tra le soluzioni proposte, SolarPower Europe chiede strumenti finanziari adeguati a livello europeo per il settore manifatturiero, una revisione del framework di aiuti di Stato e una adozione accelerata del NZIA e dei criteri non-price in aste dedicate.

 

L’impegno di 3SUN

3SUN è in prima linea nel ribadire che la transizione energetica, obiettivo del nostro continente, deve essere reale e partire dai componenti base dell’energia immessa in rete. I target che ci siamo fissati come Europa saranno raggiungibili solamente attraverso lo sviluppo di un’industria del fotovoltaico autonoma e quanto più sostenibile possibile che porterà il duplice beneficio di creare sul territorio competenze, posti di lavoro e indotto, proteggendo al contempo il cliente finale da imprevedibilità di prezzi dell’energia come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi anni a causa di sconvolgimenti socio-politici.